IL PRESEPIO VIVENTE DEL
VALLINO
Nel
1975 alcuni giovani ( ragazzi dai 5 ai 16 anni ) ed adulti di Mongrando,
accomunati dall’interesse per la natura e l’ambiente in generale,
decidono di riunirsi, guidati da Lelio Rettuga, per costituire
l’Associazione Amici della Natura.
Il simbolo
dell’Associazione, nonché la mascotte è la faina “Briciola”, salvata
dagli amici del gruppo e allevata amorevolmente da Lelio.
Essi si dedicano nel
tempo libero allo studio della flora e della fauna del Biellese, con
particolare riguardo alla zona compresa tra la Serra ed Ivrea, il lago
di Viverone, la Bessa e le zone collinari circostanti. Il loro operato
non si limita alla semplice osservazione dell’ambiente ma in più
comporta la realizzazione di diverse attività e lavori volti a
valorizzare e far conoscere, soprattutto a livello didattico, il
patrimonio naturale e culturale che ci circonda, a questo scopo era
stato creato il giardino botanico, prima in via Graglia a casa di Lelio,
poi davanti alle Scuole Elementari di Curanuova..
Nella sede
dell’Associazione in via alle Scuole 6 a Mongrando Curanuova Lelio
curava i corsi per la rivalutazione degli antichi mestieri: i vasai (
ceramica , terra cotta ) i cestai (vimini ), insegnava a realizzare i
quadri coi fiori pressati, a costruire le baite in miniatura, a
disegnare col pirografo sul legno, e a dipingere sui ciotoli.
Per quanto riguarda
il bosco del Vallino, nel Natale 1975 Lelio ed i ragazzi allestirono un
Presepe su un ceppo nella pineta, dove ora partono i pastori per la
fiaccolata.
L’anno seguente il
Presepe fu allestito in mezzo al torrente, le statuine furono ricoperte
dal ghiaccio creando una scenografia molto suggestiva.
La prima rappresentazione del
Presepio
Vivente del Vallino è del Natale 1977,
ambientato nella piccola e suggestiva valletta del rio Omara di
Mongrando Curanuova.
Da quella prima rappresentazione sono state tratte le
cartoline che per oltre 30 anni venivano distribuite al pubblico prima
della manifestazione.
San Giuseppe di quegli anni era Andrea Castello,
morto a 19 anni nel 1980 mentre scalava il Dente del Gigante nel
massiccio del Monte Bianco.
I ragazzi di 2° media di
Mongrando del 1981 hanno scritto sul Presepio Vivente, a cui avevano
partecipato, il seguente articolo sul giornalino di classe
“ LA BOMBA “:
"Nel nostro paese si passa la notte di Natale in
un bosco: nel Vallino.
Qui facciamo rivivere nel modo più realistico la
nascita di Gesù.
Protagonisti siamo noi ragazzi che diventiamo
interpreti di un “ Presepio Vivente “.
La cronaca di questa notte tutta speciale ci
porta con la fantasia a Betlemme…….
La notte è scura, il freddo è intenso, la capanna
presso il torrente è costruita poveramente con tronchi d’albero e con
tetto di paglia su cui prendono posto angioletti, tremanti di freddo ma
splendidamente vestiti, di azzurro, di bianco, di oro.
Un asinello si muove lentamente lungo il sentiero
guidato da San Giuseppe; in groppa porta la Madonna avvolta in un manto
azzurro. Davanti alla capanna l’asinello si ferma, la Madonna e San
Giuseppe depongono sulla paglia di una mangiatoia il Bambino Gesù….
Questo è il momento
emozionante: una musica sacra e dolce si diffonde in tutto il bosco. Gli
angeli scendono dal “cielo”, aprono le misere tende della capanna, una
luminosa cometa scende lentamente e va a posarsi sul tetto. Questo è
anche il momento della preghiera collettiva a cui partecipa tutta la
popolazione.
Intanto dalla collina
scendono i pastori, con le fiaccole che illuminano la notte fonda: è
ormai mezzanotte. Sono poveramente vestiti con rozzi mantelli scuri,
giubbotti di pelle di pecora, vecchi cappelli in testa
ed ai piedi calzari di cuoio.
Dietro di loro vengono gli animali che danno un tocco molto realistico a
tutta la scena. Sono soprattutto pecore, agnellini, caprette che fanno
un concerto di belati. Davanti alla capanna i pastori offrono i doni di
tutta la comunità parrochiale. Intanto dal ponte arrivano gli zampognari
accompagnati da una lieta musica natalizia. Intorno alla capanna
bivaccano i pastori, accendono i fuochi che brillano tra gli alberi. La
scena è così completa, ma, c’è ancora un epilogo. Dalla capanna parte
una lunga processione: San Giuseppe, la Madonna, Gesù Bambino, gli
angeli, gli zampognari, i pastori, le pecorelle e dietro tutta la gente
del paese. Attraverso un lungo tragitto per i boschi illuminati solo
dalle torce, la processione raggiunge la Chiesa per la Santa Messa. E’
difficile descrivere la bellezza e la dolcezza di questa rievocazione
che ci ripaga di lunghi giorni trascorsi in preparativi nel bosco, col
vento, col freddo, e a volte anche con la neve.
Nella Notte Santa dimentichiamo tutte le
difficoltà per sentire nel cuore solamente tanta gioia.
Anno dopo anno sono state
costruite
( e ricostruite
dopo vari roghi ) le capanne che
ospitano la Natività, i pastori, i vari mestieri, il mulino ed il
castello."
Lelio, con l’aiuto di sua moglie Imelda, ha saputo
infondere nei ragazzi da fine anni 70 in poi un amore per il Vallino e
le sue capanne e un senso di appartenenza al gruppo amici della Natura
così forti che ancora oggi, che sono quarantenni o cinquantenni, si
ritrovano per allestire ed organizzare la scenografia e la manutenzione
della rappresentazione.
Lelio Rettuga ci ha lasciati il 6 settembre del 2007,
una delle sue ultime “ creazioni “ è stato il piccolo coro “ La Sorgente
”, del quale non si perdeva una prova o un concerto. Lui che di
professione aveva fatto il tipografo, ha passato tutta la vita a
spiegare le meraviglie della natura ai bambini, perché dei più piccoli
ha sempre avuto la stessa curiosità pura, il medesimo, cristallino
entusiasmo.
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